Bolle: il coraggio del cambiamento

Sono stato inviato a partecipare all’evento ” Edison Pulse Day” per testimoniare a Palermo l’attività e i risultati di Qwince. La richiesta interessante è stata di individuare una parola chiave da commentare e comunicare come suggerimento e stimolo alla platea.

L’evento, come dicevo, è a Palermo. Nella sezione “One Word Mentoring”, parleremo di noi insieme ad altre startup siciliane che si sono distinte.

Francamente la richiesta mi ha stimolato perchè adoro la sintesti, ma anche avvilito perchè si corre sempre il rischio di utilizzare la solita parola chiave: innovazione, futuro, crescita, formazione… Detesto essere scontato! Che parole puoi dire in un territorio che ha partorito il detto: “a megghiu parola è chidda ca nun si dici” ? Che parole puoi scegliere in un territorio dove in molti contesti si preferisce il silenzio e questo assurge a valore?

Poi, mentre ero in viaggio, mi sono imbattuto in un’intervista a Luciano Floridi, filosofo dell’Oxford Internet Institute, sulla rivoluzione dell’informazione. Il titolo è “La libertà è fuori dalla bolla“. L’intervista è interessantissima e offre tanti spunti di riflessione sulle attuali dinamiche sociali dell’informazione e sull’influenza della tecnologia nella composizione della nostra opinione, su come si compone la nostra “cultura” e il “sapere comune”, sull’incertezza e l’ignoranza, ma soprattutto sulle “bolle“, ossia sul processo di chiusura in nicchie geografiche, culturali, informative del tutto slegate dalla realtà.

Ciascuno di noi tende a creare delle “bolle“, (se vogliamo usare l’inglese, le chiamiamo comfort zone), in cui tutto è apparentemente perfetto, in linea con ciò che la società, la famiglia, i nostri sogni hanno pianificato e si attendono da noi. Arriviamo persino ad ascoltare e leggere solo ciò che è in linea con i principi che hanno composto le bolle. E’ comodo, sicuro, non ci mette in discussione, non mette in discussione le scelte fatte… tutto molto semplice.

Ho proposto quindi di parlare delle “bolle“. La Sicilia è un’isola e geograficamente rappresenta essa stessa una nicchia, ma a questo si aggiunge anche la chiusura che alcuni di noi (imprenditori, professionisti, dipendenti ..) mostriamo verso l’esterno. Parlo della tendenza (magistralmente rappresentata da Tomasi di Lampedusa) che abbiamo ad interagire soltanto con chi o cosa conosciamo, con ciò che è più comodo. Parlo della tendenza che abbiamo a ritenere che il nostro mondo possa esaurirsi prima di attraversare lo Stretto, perchè tante, troppe cose sono inapplicabili in Sicilia o perchè il cambiamento, alla lunga, non cambierà mai nulla.

Insomma, mi riferisco alla scarsa curiosità e fame di conoscenza o cultura che limitano ampie fasce della popolazione. Questa credo che sia la vera zavorra della nostra terra, il limite più grosso all’innovazione e l’ostacolo principale per fare ritornare le migliori risorse.

Quello che ci ha portato a testimoniare la nostra attività durante questo evento è l’aver rotto la bolla e l’aver scelto di superare i nostri confini geografici, i nostri limiti culturali (confrontandoci con player su scala mondiale) senza timori reverenziali o paure (ok, avete ragione, facendo finta di non aver paura), ma soprattutto l’aver scelto di imparare a porre le giuste domande.

PS: La foto di questo post è scattata a Capo Rama. E’ il luogo simbolo della bolla in cui ho vissuto per tanti anni. Davanti questo paesaggio ho passato una delle giornate più straordinarie della mia vita, che ha segnato tanti giorni futuri. L’avere scelto di uscire da questa bolla, lentamente e con difficoltà, mi ha permesso di ritornare a fare il mio lavoro e ritrovare in parte me stesso. Il rischio che corro ogni giorno è quello di ricreare nuove bolle in cui costruire delle realtà che forse non potranno mai essere. Lo combatto non smettendo mai, nemmeno per un attimo, di farmi le domande giuste, senza pietà (nemmeno per me stesso) e senza sconti.

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Essere imprenditore significa lavorare tanto, pensare sempre alla tua azienda, vivere con la tua creatura in testa giorno e notte. Il mio lavoro e, quindi, questo blog contengono la sintesi e la metafora di una vita vissuta alla ricerca di qualcosa capace di soddisfare la mia curiosità e il mio desiderio di mettermi alla prova senza limiti o preconcetti.