Casa, radici ed equilibrio

In siciliano si dice “La nostra casa n`abbrazza e ni vasa” ossia, la nostra casa ci abbraccia e ci bacia, ossia ci accoglie calorosamente.

Sono un uomo anomalo. Così mi è stato detto oggi.

Ho ricevuto i mobili da Londra martedì, oggi ho già spacchettato tutto, pulito e rimesso a posto (oltre ai mobili, una sessantina di scatoloni). Non è perfetto, ma è già molto, molto accogliente. Insomma, non sono uno di quelli che tengono i pacchi in giro per casa per mesi, se non anni.

Ho fatto tutto con un po’ di aiuto prezioso, ma per buona parte da solo.

Dopo mesi, praticamente senza un tetto, non posso negare che una casa era veramente necessaria. Per me la casa rappresenta le radici. Le mie cose, quelle più intime rappresentano ciò che mi lega alla vita, alle cose che la regolano da quando sono nato e lungo il cammino di vita. Ci sono cose dei miei genitori, cose mie, i libri, cose che ho scelto e che mi ricordano fasi della mia vita, eventi, circostanze, senza le quali forse non sarei io. Credo, quindi, che la casa rappresenti un fattore ambientale determinante per il mio equilibrio.

Nel mio mondo, la casa è il luogo accogliente e simbolico dove mi sforzo di passare il tempo migliore, mi identifica e mi rappresenta, è un porto sicuro in cui tornare, e il posto che custodisce i miei ricordi più importanti, dove vivo con i miei cani. Questo è il motivo per cui nella scelta di una casa, il fattore fondamentale per me è ciò che provo, quanto la sento accogliente, indipendentemente dal fatto che sia bella o meno.

Mi sarebbe piaciuto che la mia casa fosse stata il luogo in cui si potesse riunire la mia famiglia, un luogo di aggregazione, e, come è stata casa di mio padre, un “luogo” collante a cui tornare.

Ho deciso, in questa nuova casa, di dedicare uno spazio particolare alla sala da pranzo. Forse per questo desiderio, quasi certamente irrealizzabile, mi piacerebbe pensare che qui si sarebbero potuti riunire tutti i membri della famiglia, durante pranzi o cene, oppure nei ricevimenti occasionali, quando arrivano ospiti e amici con i quali stare a tavola davanti ad un buon pasto, un buon vino e con la giusta atmosfera.

Nonostante i ritmi attuali, mi piacerebbe riscoprire la convivialità delle famiglie di un tempo, per le quali la sala da pranzo, quando non la cucina, era il fulcro delle attività domestiche. Insomma, mi viene in mente la casa delle nonne dove c’erano queste sale dedicate alla famiglia, soprattutto durante le feste, allo stare insieme.

Temo di essere veramente un uomo anomalo e molto “siciliano”, nel senso più tradizionale del termine.

PS: quelle in foto sono alcune delle mie mucche Cow Parade. Colleziono mucche in ceramica, ne ho 21, tutte diverse e colorate… sono un uomo anomalo.

PPS: Forse tutte queste riflessioni sono dovute al fatto che questa casa è in un palazzo storico di Palermo, il Palazzo Gravina Palagonia, edificato nel tardo Settecento su un manufatto preesistente. Dalla mia finestra si vede la chiesa di S. Nicolò di Bari, sorta nel XVIII secolo e ricostruita nel secolo successivo, ma ormai abbandonata. Nel 1978, questo palazzo diventò la sede del Partito Comunista. Chissà che uffici c’erano in questa casa, quali persone in così tanto tempo erano qui. In ogni caso, un segno del destino!

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Essere imprenditore significa lavorare tanto, pensare sempre alla tua azienda, vivere con la tua creatura in testa giorno e notte. Il mio lavoro e, quindi, questo blog contengono la sintesi e la metafora di una vita vissuta alla ricerca di qualcosa capace di soddisfare la mia curiosità e il mio desiderio di mettermi alla prova senza limiti o preconcetti.