London calling

Ci sono dei punti fermi nella vita di tutti noi: in Italia si mangia meglio. In Sicilia c’è il sole e il mare. La vita in Italia ha un gusto diverso. Noi abbiamo il bidet, il caffè migliore e vini deliziosi. Ah, dimenticavo, le donne italiane sono più belle e i latin lover italiani sono avanti.

Tutto vero, però non possiamo negare che Londra ci abbia dato una bella lezione!

Londra ci ha dato una lezione perché è una terra in cui, con difficoltà certamente, tutto sommato puoi giocare le tue carte sul lavoro, la ricerca, gli investimenti. Non è affatto semplice, ma ci puoi almeno provare e molto, davvero molto, dipende da te, non da chi sei, da chi è tuo padre, da chi ti raccomanda.

Con l’elezione di Sadiq Khan a Mayor di Londra, la cittadinanza ha dato un segnale importante per Londra, l’intera UK e l’Europa. In un momento del genere (tra timore di attentati, sbarchi di immigrati e venti di Brexit), il fatto che Londra abbia dimostrato di poter avere come sindaco una persona di un’altra religione, venuta veramente dal basso, della working-class, un avvocato mediorientale specializzato nei diritti umani,… credo dica molto su quanto cavalcare la paura non serva in certi contesti.

Londra ha dimostrato di essere un luogo che non ha paura del diverso, in cui vali per quello che sei e per la tua storia, anche se sei il figlio di un autista degli autobus.
Non credo che la rilevanza dell’elezione di Sadiq Khan stia nell’essere un sindaco musulmano, ma è rilevante perché, al momento, di votare la larga maggioranza dei londinesi non ha avuto paura, non ha guardato la religione del candidato o il suo colore della pelle. 
La maggioranza dei londinesi ha valutato l’uomo per il suo background, la sua preparazione e il suo programma, lo ha confrontato con quello del suo concorrente e ha scelto. Ha guardato cioè a tutto ciò che dovrebbe essere rilevante per governare una città stato come Londra e la capitale di un Paese.
Basta ascoltare il bellissimo discorso che ha fatto e che dovrebbe far riflettere certi politici di casa nostra e di tante altre nazioni europee.

Anche se abbiamo la pasta, il sole e il mare, abbiamo anche i Salvini, i Giovanardi, i Bossi e compagnia bella. Mi rendo conto che non siamo pronti per quello che è accaduto a Londra. Basta ricordarsi che non siamo pronti a dare spazio ai giovani e che non riusciamo a valutare i nostri connazionali per la loro storia e per il loro background, figuriamoci un musulmano… (meglio lasciare da parte il programma politico! qui è un impegno con gli elettori da rispettare, mentre da noi è una dichiarazione di intenti che se non rispetti è a causa dei governi precedenti i quali ti hanno lasciato una brutta eredità).  

London is calling“, ma nessuna delle nostre città può rispondere. Nessuna delle nostre città è pronta a dare rappresentatività a tutte le etnie o a tutti i propri cittadini (gay, lesbiche, favorevoli alle unioni civili, …). Solo ieri abbiamo avuto una legge sulle unioni civili (seguita a ruota dai primi assalti alle sedi di associazioni gay), ma si discute ancora se costruire moschee, se gli immigrati ci tolgono il lavoro, se la delinquenza aumenta… In Italia, dimentichiamo (e Londra ne è la prova) che se il lavoro c’è, c’è per tutti, che tutti hanno diritto a professare una religione, che la diversità e il “melting-pot” possono essere un valore e che la sicurezza si ottiene investendo in tecnologie, in educazione e nelle persone!

London is calling“. Proprio su un punto del programma di Sadik Khan, i politici e gli imprenditori Italiani dovrebbero riflettere: “Skills for Londoners“. Il focalizzare un intero punto del programma sullo sviluppo delle competenze necessarie alla crescita è significativo: educare e formare le persone ha un impatto profondo non solo sulle loro opportunità di emergere, ma soprattutto sulla competitività e la crescita del territorio. La carenza di competenze è un freno alla crescita della città.
Per questo motivo, Sadiq Khan ha deciso di supportare le aziende e le start-up, puntando sulla disponibilità degli spazi e sul reperimento delle risorse qualificate, ascoltando i veri problemi dell’impresa e provando ad indirizzarli.

Come New York, a Londra verrà instituita la “tech talent pipeline” per incoraggiare i giovani ad acquisire le competenze digitali che servono al mercato. Londra avrà un “Business Advisory Board“, fatto di esperti che identificheranno le aree più critiche per i business e suggeriranno le azioni di miglioramento, e un “Chief Digital Officer” per favorire l’inclusione digitale, ridurre il digital divide e identificare azioni per garantire la cyber-security.

Non sono un esperto di politica inglese, non so se sarà un buon sindaco o no, ma oggi sono orgoglioso di vivere a Londra.

Non sono riuscito a votare, purtroppo, ma se, avessi potuto, avrei votato per Sadiq Khan.

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Essere imprenditore significa lavorare tanto, pensare sempre alla tua azienda, vivere con la tua creatura in testa giorno e notte. Il mio lavoro e, quindi, questo blog contengono la sintesi e la metafora di una vita vissuta alla ricerca di qualcosa capace di soddisfare la mia curiosità e il mio desiderio di mettermi alla prova senza limiti o preconcetti.